Si stima che le ferite rappresentino quasi il 3% dei costi totali del sistema sanitario1
Può definirsi ferita qualsiasi lesione tissutale con un’interruzione dell’integrità anatomica e una perdita di funzionalità. Una ferita cutanea si verifica nel momento in cui si interrompe l’integrità dello strato epidermico. Quando parliamo di guarigione delle ferite, intendiamo principalmente la guarigione della cute. La guarigione della ferita inizia subito dopo una lesione dello strato epidermico e può richiedere anni. Si tratta di una processo dinamico che comprende meccanismi cellulari, umorali e molecolari altamente organizzati. Il processo di guarigione delle ferite si divide in quattro fasi sovrapposte tra loro, ovvero emostasi, infiammazione, proliferazione e rimodellamento.2 Qualsiasi interruzione durante una di queste fasi porta a una guarigione anomala della ferita.3
1 Lindholm C, Searle R. Wound management for the 21st century: combining effectiveness and efficiency. Int Wound J. 2016;13 Suppl 2(Suppl 2):5-15.
2Wound Healing And Repair: Overview, Types Of Wound Healing, Categories Of Wound Healing”. Emedicine.Medscape.Com, 2022
3Ozgok Kangal MK, Regan JP. Wound Healing. StatPearls 2021
La prevenzione delle infezioni è fondamentale per il processo di guarigione delle ferite.
L’infezione è la prima complicanza nel processo di guarigione delle ferite.
Una volta che la pelle è lesa, i microrganismi che normalmente restano bloccati sulla superficie cutanea riescono ad accedere ai tessuti sottostanti. L’infiammazione fa parte del processo di guarigione della ferita ed è importante per l’eliminazione dei microrganismi contaminanti. L’infiammazione può tuttavia prolungarsi nel tempo in mancanza di una decontaminazione efficace, perché il processo di eliminazione batterica resta incompleto. Se l’infiammazione persiste, la ferita può entrare in uno stato cronico e non guarire.1 Per questo è importante prevenire qualsiasi tipo di infezione cutanea. I segni di infezione di una ferita comprendono arrossamento, gonfiore, dolore, calore locale, secrezione purulenta, ascesso, odore sgradevole, piressia e guarigione lenta. In presenza di uno di questi segnali, si consiglia di consultare il medico, in quanto la diffusione dell’infezione può causare varie complicanze.2
1 Guo S, Dipietro LA. Factors affecting wound healing. J Dent Res. 2010
2 Wound infection in clinical practice. An international consensus. Int Wound J. 2008
In Europa fino a 2 milioni di persone convivono con una ferita cronica 1
Negli Stati Uniti, le ferite croniche riguardano circa 6,5 milioni di persone contemporaneamente1
La ferita cronica è una ferita che non guarisce entro l’arco di tempo associato alla cronicità, che è stato definito nell’intervallo da 4 settimane a più di 3 mesi. A seconda dell’eziologia causale, la Wound Healing Society classifica le ferite croniche in quattro categorie: ulcere da pressione, ulcere diabetiche, ulcere venose e ulcere da insufficienza arteriosa. Anche ferite traumatiche, incisioni chirurgiche e ustioni possono trasformarsi in ferite croniche.2 Spesso mascherate da comorbilità, le ferite croniche rappresentano un’epidemia silenziosa che colpisce gran parte della popolazione mondiale. Le complicanze delle ferite croniche comprendono infezioni come cellulite infettiva ed eczema venoso infettivo, cancrena, emorragia e amputazioni degli arti inferiori. Le ferite croniche portano all’invalidità, e l’invalidità peggiora gli esiti della ferita innescando un circolo vizioso.3
1Lindholm C, Searle R. Wound management for the 21st century: combining effectiveness
and efficiency. Int Wound J. 2016;13 Suppl 2(Suppl 2):5-15.
2Better health channel. Wounds – how to care for them. (https://www.betterhealth.vic.gov.au/health/conditionsandtreatments/wounds-how-to-care-for-them)
3Järbrink, K., Ni, G., Sönnergren, H. et al. Prevalence and incidence of chronic wounds and related complications: a protocol for a systematic review. Syst Rev 5,2016
Dopo la menopausa, fino al 57% delle donne manifesta sintomi di atrofia vaginale.1
L’atrofia vaginale consiste nell’assottigliamento dell’epitelio vaginale e la diminuzione delle secrezioni cervicali correlate ai cambiamenti nei livelli di estrogeni. Con la diminuzione delle secrezioni cervicali, le pareti vaginali non si lubrificano a sufficienza, causando la cosiddetta secchezza vaginale. La secchezza vaginale può verificarsi a qualsiasi età per varie cause, ma è principalmente associata alla menopausa per il calo dei livelli di estrogeni. La secchezza vaginale è accompagnata da altri sintomi di atrofia vaginale tra cui bruciore, irritazione, dispareunia, sanguinamento post-coitale, sanguinamento vaginale, disuria e aumento del rischio di infezioni vaginali ricorrenti e infezioni del tratto urinario. Il trattamento richiede una diagnosi corretta e comprende terapie ormonali e non ormonali.1
1 Bleibel B, Nguyen H. Vaginal Atrophy. StatPearls 2021
Si stima che il pH vulvare sia compreso tra i valori del pH della pelle (stimato al 4,7) e del pH vaginale (in media del 3,5). 1
La vulva è la prima linea di difesa per proteggere il tratto genitale dalle infezioni. Spesso vari elementi contaminanti si accumulano nelle pieghe vulvari e l’aumento dell’umidità, la sudorazione, le mestruazioni e le fluttuazioni ormonali influenzano la crescita microbica vulvare e l’equilibrio delle specie batterica, con conseguente odore e infezione vulvovaginale. La pelle genitale è unica in quanto ricoperta da un sottile strato corneo contenente grandi follicoli piliferi, che facilitano la permeazione della pelle da parte di microbi e altre sostanze. Un’altra caratteristica della pelle vulvare è il pH leggermente più acido rispetto al resto del corpo. Per questi motivi è consigliabile prendersi cura della pelle vulvare utilizzando prodotti per l’igiene intima appositamente formulati e testati per questo scopo.1
1 Chen Y. et al. (2017) ‘Role of female intimate hygiene in vulvovaginal health: Global hygiene practices and product usage’, Women’s Health
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